Chernobyl 1986-2006

Curare gli ambienti in cui curiamo le persone non è solo un gioco di parole o uno slogan d’effetto ” spiega Remo Mezzetti, vice-presidente della Ospedale di Sassuolo S.p.A., la società a capitale misto che gestisce il Nuovo Ospedale: “è scientificamente provato che le persone e gli ambienti si influenzano reciprocamente. Per questo abbiamo scelto di investire nella creazione di un ospedale accogliente, vivo, aperto alle influenze sociali ed artistiche del territorio circostante. Tanto più che l’architettura del nostro ospedale è particolarmente adatta a prevedere anche utilizzi alternativi, che rafforzino la percezione che gli utenti già hanno, che “non sembra nemmeno di entrare in un ospedale”.

In quest’ottica si è svolto, dal 6 ottobre al 10 dicembre 2006 il secondo “evento artistico” ospitato presso il Nuovo Ospedale di Sassuolo: una mostra fotografica con alcune delle opere del reportage di Luigi Ottani su Chernobyl. Opere in cui, se non fossero sufficienti il peso del ricordo dell’evento, di cui ricorreva il ventennale, e la profondità degli sguardi dei soggetti fotografati, il grande formato e la particolarità dell’installazione creavano un impatto notevole nel visitatore che attraversa la mostra, collocata lungo il percorso che conduce ai reparti.

“Delle opere di Ottani apprezziamo soprattutto la speranza che traspare nei soggetti” continua Mezzetti: “una speranza che sopravvive al disastro nucleare non può che essere di buon augurio per chi viene qui a lottare contro la malattia”.

L’evento, compreso nel calendario delle Fiere d’Ottobre, è stato anche la prima opportunità, per il Nuovo Ospedale di Sassuolo, di coniugare Arte e Volontariato attraverso la vendita, presso l’edicola dell’ospedale, del volume “Niet Problema – Chernobyl 1986-2006” il ricavato delle cui vendite va a beneficio di Legambiente. Clicca qui per maggiori informazioni sui progetti di Legambiente a Chernobyl, o per acquistare il libro.

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