Made in China

A essere esposti nei corridoi dell’Ospedale di Sassuolo, in un mese tradizionalmente legato ai doni e ai bambini come Dicembre, saranno i giocattoli ‘Made in China’ raccolti dal poliedrico artista Marco Bertin. Una mostra davvero sui generis, spettacolare e colorata, che porta i visitatori a riflettere sulla necessità di sviluppare una maggior consapevolezza critica verso i consumi, e la forza e persuasiva del marketing moderno.

Guardare questi giocattoli come opere d’arte, trattarli come tali, può essere un modo per educare se stessi e le nuove generazioni – suggerisce Marco Bertina una maggior consapevolezza nei confronti dei continui stimoli che riceviamo a “consumare”, il mio obiettivo è attirare l’attenzione del visitatore sui limiti del consumismo, analizzando in modo critico le conseguenze che il marketing (motore di questo modello economico) può comportare”. La mostra appartiene ai progetti del movimento arte etica ed è organizzata da Artantide.com gallery e curata da Sandro Orlandi Stagl per l’ospedale sassolese.

Agire con responsabilità e attenzione ai temi sociali sono una caratteristica indispensabile che ogni artista coltiva per appartenere al movimento arte etica, protagonista del progetto biennale di 8 mostre organizzate da Artantide a sassuolo” – ricorda Paolo Mozzo presidente di Artantide. “Marco Bertìn ha lavorato a questo progetto negli ultimi 5 anni e il suo impegno è ancora in pieno svolgimento; raccoglie e acquista infatti tutti gli oggetti che rappresentano le più importanti simbologie occidentali (religiose, sociali, ludiche e commerciali), ma che sono costruiti in Cina: proprio da qui nasce il titolo della mostra, “Made in China”.

L’utilizzo dei giocattoli, mette in evidenza come le strategie del marketing siano sempre più aggressive anche con bambini e ragazzi, abituandoli a desiderare sempre nuovi oggetti in modo acritico. La scelta di oggetti ‘Made in China’ stigmatizza inoltre un modello di sviluppo che, anche quando si propone di dare felicità e spensieratezza (attraverso i giocattoli ai bambini) nasconde un meccanismo che produce infelicità. Infatti gli operai cinesi, protagonisti passivi della produzione a basso costo, vengono scelti per la convenienza dei costi, imponendo loro di costruire oggetti che non rappresentano in nessuna maniera la loro cultura e che non offrono, nessuna soddisfazione nel lavoro.

La mostra a Sassuolo, tra l’altro, propone un grande polittico di 32 metri quadri, alcune fotografie e un’originale installazione oltre a decine di opere realizzate da Bertìn scegliendo alcuni dei giocattoli modificati e trasformati in piccole opere d’arte, tutte esposte da giovedì 14 dicembre 2017 e fino al 16 febbraio 2018.

I materiali della mostra

Il Mercato Creativo – Bertin

Locandina

Invito

Biografia

Marco Bertìn nasce in Italia nel 1954. Figlio d’arte, inizia a esporre come pittore surrealista all’età di sedici anni. Dopo gli studi artistici, di giornalismo e di antropologia culturale, abbandona la pittura per dedicarsi all’arte concettuale. Tra il 1975 e il 1980 realizza opere di grandi dimensioni di land art e performance di body art e inizia ad usare lo strumento fotografico per documentare i propri interventi.

Con l’avvento della transavanguardia, che proclamava il ritorno all’uso del pennello, la prospettiva anacronistica di ricominciare a dipingere lo spinge a interessarsi alla fotografia artistica. Studia la storia della fotografia e il linguaggio dei grandi maestri dell’obiettivo. Insegna all’Accademia e inizia la sua ricerca fotografica personale. Dopo oltre vent’anni di attività, durante i quali realizza sette libri e numerose altre pubblicazioni, ritorna al suo mai rinnegato amore per l’arte contemporanea.

Facendo tesoro dell’enorme esperienza tecnica acquisita durante il periodo fotografico inizia a realizzare opere fotografiche di grandi dimensioni utilizzando il linguaggio dell’arte contemporanea, ma con un valore estetico aggiunto. Come dichiara l’artista stesso: “Le mie immagini non sono documentazione di un’azione, ma opere in se stesse.” Espone nel 2012 in mostra personale al Museo Lissone, e viene scelto per tutte le 4 edizioni della Biennale Italia – Cina, a Monza nel 2012, a Pechino nel 2014 e nel 2016 e a Torino/Vercelli nel 2015. Nel 2013 espone alla collettiva “Pianeta Cina” a Palazzo Te a Mantova.

 

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